Vuoi lavorare con lo storytelling aziendale? Mi sembra una scelta saggia, soprattutto se hai deciso di usare la narrazione come strumento per narrare ai potenziali clienti i valori del tuo brand.
Te lo dico subito: non sto parlando di una strategia di marketing per aumentare le vendite dirette, ma di una strada capace di costruire i presupposti di un successo difficile da ottenere diversamente.
Perché lo storytelling è questo: un metodo capace di sviluppare significati profondi nella coscienza del pubblico, una parabola per raggiungere e toccare le corde intime dell’audience. In modo da cambiare con convinzione e profondità le idee che si trovano alla base del brand. O meglio, dell’idea che l’audience ha di una determinata realtà aziendale. In effetti questo è il punto centrale, non credi?
Come fare corporate storytelling?
Con la comunicazione online e il blog aziendale. La scrittura si piega alle tue necessità e ti permette di raccontare, veicolare emozioni e significati. L’idea è questa: con lo storytelling metti in campo l’inbound marketing nella sua forma pura. Raggiungi le persone nel momento in cui hanno bisogno di te con qualcosa di diverso rispetto all’interruzione commerciale. Non sei l’advertising che disturba.
Sei la storia che viene cercata e ambita. Come fare tutto questo? Molti puntano sul visual e sui video. Perché sono perfetti e consentono di raccontare con precisione ed efficienza quell’insieme di codici audio/video che racchiudono i valori di un brand. Sai cosa? Esistono altri punti da sviluppare.
E ci sono soluzioni differenti. Molti usano il blog per fare storytelling aziendale e ottengono buoni risultati nel tempo. In che modo? Ecco qualche indicazione da tener presente per avere successo.
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Punto di partenza: piano editoriale
Il primo elemento utile per fare una comunicazione efficace sul web, anche quando si tratta di narrativa, è la definizione del piano editoriale. Il blog ha bisogno di questo documento che, in linea di massima, si divide in una serie di punti fondamentali che voglio indicare in questa lista puntata:
- Analisi del brand personale.
- Definizione del target/utente.
- Osservazione dei competitor.
- Individuazione degli obiettivi.
- Mappatura dei contenuti.
- Analisi dei risultati.
Tutto questo significa che, prima di iniziare a scrivere, devi capire chi sei e a chi ti rivolgi. Soprattutto, devi avere una visione chiara degli obiettivi. Questo significa piegare i contenuti per ottenere determinati risultati: se voglio puntare alla link building devo creare degli articoli capaci di farsi linkare, se preferisco posizionarmi su Google per intercettare i clienti devo rispondere alle domande che le persone rivolgono al motore di ricerca. E dopo il piano viene il calendario editoriale.
Non dimenticare il calendario editoriale
Vale a dire un documento che indica tempi e titoli. Qui puoi mettere nero su bianco i tempi delle pubblicazioni e i titoli che vuoi proporre, cercando di equilibrare le varie inclinazioni del tuo blog, quella tecnica e quella narrativa. Come generare questo documento? Io preferisco sempre il caro foglio Excel con modello personalizzato, ma puoi usare il plugin Editorial Calendar.

L’aspetto interessante: puoi organizzare nel backend di WordPress uno schema con i titoli che vuoi proporre. In un attimo puoi prendere coscienza del lavoro da svolgere e cosa devi scrivere per la prossima settimana. Insomma, questa è la soluzione che preferisco insieme a Google Calendar.
In ogni caso il calendario editoriale è utile per definire l’appuntamento settimanale o mensile con lo storytelling. Ogni quando lancerai contenuti legati a questo progetto? Solo una buona schematizzazione degli impegni ti puoi aiutare a rispondere nel modo giusto.
Definisci i contenuti nella mappa mentale
Se voglio posizionare il mio brand, e fare in modo che nel momento in cui appaia il mio logo o si pronunci il mio nome, devo veicolare dei valori. E lo posso fare parlando alla sfera razionale. Come? Sfornando articolitecnici, tutorial interessanti, case study approfonditi.
Ma spesso sono le emozioni a dettare legge. Per questo fare storytelling può diventare l’arma vincente: attraverso immagini stereotipate del racconto, con un costrutto già testato sul grande pubblico, fa passare il messaggio. E consente di raggiungere obiettivi concreti.
Governiamo l’energia ma siamo un’azienda che sa parlare con le persone. Sembra dire questo il video della General Electric, ed è vero che con il video tutto è più facile ma il blog può diventare un ottimo strumento per fare storytelling aziendale. Il primo passo per risolvere tutto questo è la mappatura dei contenuti. Qui puoi trovare le tassonomie per gestire micro e macro argomenti.
Una volta definite le categorie che devi sviluppare per gli articoli dedicati agli altri obiettivi di marketing, ricorda di inserire nel documento una sezione dedicata alla narrazione, allo storytelling del brand. In questo caso, però, ci addentriamo nel tema della struttura del portale.
Struttura di un blog che fa storytelling
Per fare storytelling aziendale su un blog, in primo luogo, hai bisogno di una categoria nella quale inserire gli articoli che hai deciso di pubblicare. Questa tassonomia, vale a dire una sezione del blog dedicata solo agli articoli che usi a scopo narrativo, sarà accompagnata da altri elementi:
Tone of voice specifico
Devo riconoscere subito che in questo frangente stiamo raccontando ciò che succede in azienda, o le storie dei clienti che decidono di condividere l’esperienza con i lettori. Sarà il tone of voice ad accompagnare tutto questo, più caldo e amichevole. Più emotivo.
Visual dedicato alla storia
Insieme al tono of voice, può esserci un visual per gli articoli che riunisci in questa categoria. In questo modo il pubblico può intuire immediatamente il tema dell’articolo, basta uno sguardo alla preview per capire che è arrivato il momento di leggere una storia.
Hashtag dedicato
Questo elemento riguarda più la condivisione sui social che la pubblicazione sul blog, in ogni caso i social media pretendono l’uso degli hashtag adeguati nel momento in cui condividi i contenuti. In questo modo il brand diventa riconoscibile dal primo tweet.
Attenzione alla SEO
Nella struttura del blog deve essere considerata la SEO. Spesso la riflessione è questa: non rischio di appesantire la struttura del blog con contenuti non ottimizzati per le keyword? In ottica search engine optimization dovrei ottimizzare il numero dei contenuti pensati per posizionarsi ed evitare pagine che fanno zero visite e link. Questo è il caso di un blog che fa storytelling?
No di certo. Però potrebbe esserci questa osservazione e la mia opinione è questa: un blog deve informare ed emozionare, il branding può essere il modo migliore per fare SEO. Così le persone cercheranno direttamente te. Prendi il tuo esperto SEO sotto braccio e lascia che ti aiuti a organizzare la migliore struttura possibile per fare storytelling aziendale scrivendo contenuti.
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Storytelling aziendale: la tua opinione
Vuoi fare storytelling aziendale? Puoi scegliere il blog per esprimere la tua idea, non devi per forza creare una piattaforma a parte. L’idea è quella di dedicare una categoria a questa corrente, al massimo un dominio di terzo livello. Sì, questa potrebbe essere una condizione per alleggerire il dominio principale dai post narrativi ma è una possibilità da valutare con attenzione.
In ogni caso io credo che sia importante mantenere tutto su un unico portale. Anche per dare continuità al tuo progetto, per comunicare con un’unica voce. Come stai facendo corporate storytelling? Rientra nei tuoi obiettivi? Ti aspetto nei commenti per affrontare questo tema.