Vuoi imparare la SEO?

SEO: cos’è e come funziona questa ottimizzazione

Frutto di 11 anni di studio, test e contro-test, questa guida è pensata per chi volesse iniziare a muovere i primi passi verso l’ottimizzazione di un sito. La guida ti spiegherà le basi per posizionare il tuo blog, sito o portale aziendale, aumentando la visibilità organica (risultati non a pagamento) sui motori di ricerca.

Qui puoi trovare l’indice dei nsotri servizi SEO.

SEO: definizione e significato

La SEO (acronimo di Search Engine Optimization, cioè “ottimizzazione per i motori di ricerca”) è il vero e proprio punto di partenza per chi cerca visibilità su Google. Quante volte ti sei chiesto come essere primi sulle pagine dei risultati (SERP, ovvero “Search Engine Results Pages”)? Bene, il concetto è questo: per conquistare le migliori posizioni, e aumentare le possibilità di ottenere nuovi clienti, devi lavorare sull’ottimizzazione del tuo sito a 360°. E devi iniziare ora: i tuoi concorrenti sono già al lavoro da un pezzo, probabilmente. Queste tecniche (che si dividono in ottimizzazione on-site, on-page e off-page) sono indispensabili per chi offre un servizio, vende qualcosa sul web o voglia semplicemente farsi conoscere. Non basta essere reperibile sui motori di ricerca (indicizzazione), bisogna anche arrivare in prima pagina (posizionamento)! La maggior parte degli utenti non va oltre la prima pagina nei risultati di ricerca per determinate parole chiave, ed ecco perché è indispensabile fare SEO sul proprio sito web.

Esistono diverse sfumature di SEO in una strategia di marketing: molte si soffermano sui vari aspetti di un’attività piuttosto ampia e variegata. Ma per chi inizia è giusto avere una definizione di SEO e conoscerne il significato.

Per spiegare il concetto di ottimizzazione possiamo dire che:

La SEO è quell’insieme di strategie e best practices volte a migliorare il posizionamento (e quindi la visibilità) di un sito internet nei Motori di Ricerca, per quanto concerne i risultati non a pagamento (le cosiddette ricerche organiche)

Quindi la SEO è un insieme di attività per intercettare le ricerche degli utenti, facendo arrivare i nostri servizi o contenuti tramite i motori di ricerca in una posizione utile per attirare il click. I fattori in base ai quali i motori di ricerca privilegiano un sito o un contenuto sono molteplici, e dunque lo sono anche le tecniche e strategie della SEO. Come abbiamo anticipato si dividono in tre grandi settori (on-site, on-page e off-page) che possiamo approfondire con attenzione per avere un quadro chiaro della situazione.

Differenza tra SEO on-page e SEO off-page

Le attività della Search Engine Optimization possono essere interne al sito web (ottimizzazione della struttura del sito stesso), dedicate alla singola pagina (ottimizzazione dei contenuti per determinate parole chiave) e attività esterne. Tra quest’ultime, poi, un peso fondamentalelo possiedono i link esterni, detti molto spesso backlink. Essi non sono altro che siti web esterni al nostro, spesso di altri proprietari, che linkano il nostro sito, secondo varie logiche e tecniche da sfruttare caso per caso.

Tali backlink vengono considerati dai motori di ricerca come “voti” al sito internet e favoriscono un migliore posizionamento, ma vedremo più avanti, in maniera dettagliata, le pratiche e gli aspetti legati all’attività SEO on-page e off-page per ottenere più visibilità su Google.

Quanto detto finora consente di intuire quanto sia importante fare SEO: un’attività che se ben pianificata e implementata può tradursi in un corposo ritorno sull’investimento (ROI) per qualsiasi attività.

Come funzionano i Motori di Ricerca

Un motore di ricerca è un sistema che in risposta a una richiesta, restituisce un indice ordinato di contenuti, classificandoli automaticamente in base a complessi algoritmi statistico-matematici. Il carattere automatico del sistema consente di distinguere un motore di ricerca da una Directory.

Capire i motori di ricerca e l’algoritmo di google

La SEO riguarda i motori di ricerca in generale, però per forza di cosa è un’attività che è andata focalizzandosi su Google. Bing (il Motore di Ricerca Microsoft), Yahoo e il cinese Baidu (il motore di ricerca più diffuso in Cina, con un enorme mercato potenziale di utenti) hanno sempre una buona importanza per chi si occupa dell’ottimizzazione SEO. Ma Essendo Google il motore di ricerca più usato, approfondiremo i vari aspetti legati alla SEO focalizzandoci sul Motore di Ricerca di Mountain View.

Le directory contengono una raccolta di siti web, distinti e raggruppati per categorie, espressamente selezionati da personale umano. La peculiarità di un motore di ricerca è quella di scandagliare continuamente il web in modo automatizzato e includere nel proprio archivio i contenuti presenti.

I motori di ricerca fecero la loro comparsa negli anni 90. In questo senso il precursore può essere considerato Aliweb lanciato nel 1993. Il 1998 è invece l’anno del lancio di Google, che in breve tempo è riuscito a sbaragliare la concorrenza ed affermarsi come il motore di gran lunga più utilizzato. Tornando ai motori di ricerca, in sostanza l’attività di un motore può essere suddivisa in quattro fasi:

  • Scansione del web attraverso programmi automatici detti Spider (o Crawler o Robot).
  • Costruzione dell’indice dei contenuti raccolti (indicizzazione delle pagine)
  • Classificazione delle pagine in base a vari criteri di rilevanza
  • Presentazione di risultati in risposta alle richieste degli utenti

Google si è affermato come leader indiscusso tra i motori di ricerca. Prima di analizzare i fattori di posizionamento SEO su Google stesso, ci soffermeremo brevemente sulle caratteristiche del motore di ricerca ideato da Larry Page e Sergey Brin e sui principali aggiornamenti al proprio algoritmo.

L’algoritmo Google e i suoi aggiornamenti

Update di Google

I fattori che hanno portato al successo e al primato di Google sono molteplici, a iniziare da un’interfaccia minimale ed amichevole, fino ai continui aggiornamenti del proprio algoritmo che hanno reso il motore di ricerca di Mountain View sempre più “intelligente”.

Nei primi anni, posizionarsi su Google era relativamente semplice e bastava utilizzare poche accortezze. Si trattava soprattutto di concentrarsi sull’ottimizzazione on-page, intesa più che altro come l’utilizzo delle parole chiave d’interesse nei titoli e in maniera anche massiva nel corpo del testo.

Da allora si sono susseguiti vari aggiornamenti che hanno raffinato l’algoritmo Google, offrendo agli utenti risultati più pertinenti e rendendo la vita di chi vuole posizionarsi sempre più difficile.

Tra gli aggiornamenti principali che hanno avuto conseguenze anche importanti nelle serp troviamo: Google Panda (2011), Google Penguin (2012), Google Hummingbird (2013), Google Pigeon (2014).

Google Panda

Lo scopo principale di questo update è quello di ridurre la visibilità dei siti web con contenuti di scarsa qualità. In questo senso, tra i fattori che possono avere un impatto negativo sulla visibilità di un sito internet vi sono: contenuti duplicati, contenuti spam, eccessiva ottimizzazione delle pagine (cosiddetto Keyword Stuffing), presenza massiva di annunci a pagamento, elevata frequenza di rimbalzo.

Google Penguin

Spesso ci si riferisce come l’aggiornamento volto a contrastare lo spam. In particolare, Penguin mira a colpire le attività di link building che violano le linee guida Google e puntano a manipolare le serp. Dunque schemi innaturali di link, crescite troppo rapide e sospette nei backlink, link con anchor text fortemente ottimizzati per determinate parole chiave, link provenienti da siti non a tema.

Google Hummingbird

Il motore di ricerca diventa più intelligente. Scopo di Hummingbird infatti è quello di cercare di capire e prevedere cosa cerca l’utente, attraverso l’interpretazione dei significati dietro le parole. Dunque il perno tenta di spostarsi verso il significato complessivo di una ricerca e non più sulle singole parole. Si tratta di un approccio a cui spesso ci si riferisce con l’espressione più generale di web semantico.

Google Pigeon

L’update punta a fornire risultati nelle ricerche locali più pertinenti. Viene accresciuta l’importanza della posizione geografica, così come la rilevanza delle pagine Google+ e Google My Business.

Mobilegeddon

A questa breve disamina delle evoluzioni Google, va aggiunta infine anche l’introduzione nel 2015 della mobile friendliness come fattore di ranking. A tale update ci si riferisce con il termine MobilegeddonDunque diventa sempre più importante (e plausibilmente lo sarà sempre più), disporre di siti internet dal design responsive, in grado di adattarsi efficacemente e gradevolmente a tutti i dispositivi.

SEO: fattori di posizionamento

I fattori di posizionamento per lavorare sull’ottimizzazione SEO sono numerosi e Google, ovviamente, non si sbilancia troppo nell’indicare l’importanza dei vari elementi. L’attività degli esperti SEO, nel corso degli anni, è riuscita a individuare una serie di passaggi che però possono essere definiti con una buona dose di sicurezza come decisivi per chi vuole conquistare le prime posizioni su Google.

Ecco i punti essenziali per avere più visibilità su Google.

Strategia e scelta delle parole chiave

Anche per la SEO la strategia iniziale risulta essere fondamentale e può fare la differenza tra il successo e il fallimento di un progetto. Si tratta innanzitutto di individuare gli obiettivi del progetto, in un approccio che riguarda più in generale l’area più ampia del Web Marketing.

Nella fase iniziale di una strategia SEO risulta di primaria importanza un’attenta scelta delle parole chiave su cui si intende posizionarsi. È opportuno non scegliere keyword troppo generiche, ma fare un’accurata riflessione sulle ricerche transazionali, ovvero quelle che comportano un’azione dell’utente, e quelle informazionali. Cioè votate al soddisfare una domanda. Questa è la base di partenza che ti dà la possibilità di strutturare un sito web e capire quali e quante pagine creare.

Poi devi studiare i competitor, valutare possibile variazioni delle parole chiave individuate. Il Web è un posto sempre più affollato e per molte chiavi di ricerca la competizione risulta essere particolarmente agguerrita. Riuscire a trovare una nicchia di mercato dove piazzarsi, può decretare il successo di un progetto già in fase di pianificazione. Detto questo, quali sono i grandi settori in cui si sviluppa l’ottimizzazione SEO?

Ottimizzazione SEO On-site e On-page

Affrontiamo questi aspetti insieme. Con SEO On-site si intendono quelle attività di ottimizzazione della struttura interna di un sito web. Mentre con la SEO On-page ci rivolgiamo ai contenuti, al miglioramento delle singole pagine per renderle più appetibili per l’utente e i motori di ricerca.

L’ottimizzazione SEO On-page e On-site comprende varie attività, alcune più tecniche e relative al codice HTML e ai tag delle pagine web, altre invece riguardanti il SEO Copywriting. Tra gli aspetti più importanti da prendere in considerazione in un’attività di ottimizzazione abbiamo diversi punti.

Struttura del sito

Uno dei punti decisivi per migliorare il posizionamento del sito web: creare una struttura pulita ed essenziale. Questo comporta un vantaggio per l’utente ma anche per il motore di ricerca che individua le risorse più importanti e li premia. Cosa sapere rispetto a questo punto:

  • Usa il menu di navigazione per veicolare attenzione alle pagine che contano.
  • Sfrutta etichette descrittive per la navigazione interna.
  • Non creare pagine simili o con testo uguale che si cannibalizzano.

Questo è uno dei fattori più importanti: non devi creare contrasto tra le pagine web. Non pubblicare contenuti inutili e superflui, ma soprattutto evita di creare ridondanze. Vale a dire pagine uguali.

Spesso questa situazione è impossibile da combattere. Per questo si può usare il tag canonical che comunica a Google la versione ufficiale di una risorsa. Tagliando fuori quelle che deve ignorare.

Codice HTML

È importante strutturare il codice della pagina web in modo ottimale. Non deve contenere errori (ad esempio tag non chiusi o strutture HTML obsolete), deve essere pulito e semplice, la pagina poi dovrebbe essere più leggera possibile in termini di byte. La struttura dei link interni del sito poi, dovrebbe essere gerarchica, semplice e ben organizzata, in modo da favorire l’accessibilità agli spider.

Sitemap

Si tratta di un file dove possiamo inserire la lista ordinata delle pagine del nostro sito web. Soprattutto per siti di grandi dimensioni, risulta molto utile indicarla ai motori di ricerca, in modo da consentire loro una scansione più efficiente del sito e suggerirgli la gerarchia interna dei contenuti. Esistono diversi servizi online o software che permettono di creare una sitemap. I CMS più utilizzati, come ad esempio WordPress, offrono invece molteplici plugin che consentono di generarla e aggiornarla in automatico.

Robots.txt

È un file, da inserire nella directory principale del proprio dominio, dove indicare agli spider dei motori di ricerca quali contenuti dovranno analizzare e indicizzare. Ci consente di precludere all’indicizzazione pagine file o directory magari meno importanti ai fini di ricerca, oppure che contengono dati sensibili.

Tag Title

Se tra gli esperti SEO vi sono spesso pareri discordanti su diversi punti, tutti concordano sull’importanza fondamentale da attribuire al tag title. Questo contenuto comunica l’argomento della pagina ad utenti e motori ed è il titolo mostrato nelle serp. È importante sia unico e diverso per ogni pagina del sito. Vi vanno poi inserite le parole chiave di interesse. Ecco un esempio di tag title:

Esempio di tag title e meta description
Esempio di tag title e meta description

Qualche consiglio SEO? Il titolo dovrebbe essere descrittivo, contenere frasi di senso compiuto (evitare ripetizioni delle keyword) e non essere troppo lungo (non dovrebbe eccedere i 64 caratteri).

Meta description

Seppur la meta description non influisce direttamente sul posizionamento, è l’anteprima testuale che compare in serp sotto il titolo. Ciò significa che riveste un’importanza fondamentale. Il suo scopo è quello di offrire una sintetica descrizione del contenuto della pagina. Deve essere unica, concisa ed accattivante (se vi è coerenza, è consigliabile inserire anche le parole chiave d’interesse).

Tag Heading

I titoli d’intestazione (H1, H2, H3, H4, H5, H6) servono per organizzare i paragrafi conferendo maggiore rilevanza ad alcune frasi o passaggi. Ai fini del posizionamento sono molto importanti, in quanto indicano al motore di ricerca quali sono gli argomenti per noi più significativi. I titoletti vanno utilizzati in modo decrescente e può risultare utile inserirvi le parole chiave d’interesse.

H1 è il Titolo più importante, H2 Sottotitolo

Testo dell’articolo

Non ripetere le stesse frasi già usate nel titolo o in altre intestazioni, usa sinonimi o argomenti affini. In modo da offrire riferimenti utili non solo ai motori ma anche agli utenti.

Uno degli aspetti più interessanti: usare un table of content, tipo quello che vedi in questa pagina, per trasformare i titoli in voci di menu. Queste ancore consentono a Google di capire con maggior precisione le sezioni della pagina (mostrandole nello snippet) e migliorano la leggibilità.

Ottimizzazione SEO Immagini

L’ottimizzazione delle immagini concerne in particolare, da un lato le dimensioni, dall’altro l’attributo ALT. Riguardo il primo aspetto si consiglia di ridurre al minimo indispensabile le dimensioni in termini di byte delle immagini utilizzate. Ciò perché immagini troppo grandi e pesanti influiscono sulla velocità del sito web, un aspetto da non sottovalutare sia in ottica posizionamento, che esperienza utente.

Qui puoi inserire il tag alternative su WordPress.

L’attributo alternative invece è un elemento del tag HTML  e serve a fornire un testo alternativo in caso le immagini non fossero visualizzate. Il tag alternative è uno degli elementi usati da Google.

Ciò avviene per indicizzare le immagini e posizionarle. Si consiglia di inserirvi le parole chiave d’interesse, purché coerenti con le immagini e senza abusarne (anche il nome file dell’immagine va ottimizzato, coerentemente al contenuto della stessa, evitando sequenze di numeri o lettere senza senso compiuto). Utile al posizionamento nominare il file immagine con parole chiave, senza esagerare.

URL SEO Friendly e parlanti

Anche gli url delle pagine web vanno ottimizzati, evitando sequenze di caratteri non scansionabili. Si consiglia di servirsi di url brevi, ma descrittivi, che forniscano già un’idea del contenuto della pagina.

Anche la scelta del dominio è un passaggio importante dal punto di vista strategico. A riguardo non esiste una vera e propria linea guida. Si consiglia però di scegliere un dominio breve, facile da ricordare e scrivere. Non dimenticare la presenza dell’HTTPS, il certificato SSL è diventato ormai un punto essenziale per evitare che Google Chrome mostri l’etichetta “Non Sicuro”. Inoltre questo punto è diventato un fattore di posizionamento come suggerisce questo post di Google.

Riguardo alla presenza delle parole chiave nel dominio stesso, tra gli esperti SEO vi sono diversi approcci. Gli exact mach domain spesso sono stati etichettati come spammosi, ma non è sempre così. Sembra che la presenza di keyword nel dominio possa in alcuni casi aiutare nel posizionamento.

Pr non parlare degli anchor text nella link building. Si consiglia di scegliere la parola chiave di interesse, magari associata ad altre parole legate all’attività, all’azienda o anche all’area geografica (ad esempio, sitiwebroma.it è una scelta di dominio che può risultare efficace).

Performance e velocità del sito

La velocità di un sito web in termini di posizionamento SEO è un aspetto decisivo. Un sito internet veloce nel caricamento delle pagine, porterà sicuri benefici dal punto di vista delle visite, della permanenza e in generale dell’esperienza lato utente. Si tratta quindi di un aspetto da ottimizzare.

Abbiamo già sottolineato l’importanza dell’ottimizzazione delle dimensioni delle immagini, tra gli altri fattori rilevanti in termini di performance di un sito web c’è il tempo di risposta del server, il caching del browser, l’utilizzo di CSS o Javascript esterni alla pagina e la compressione del codice.

Rich snippet

L’uso dei microdati per implementare i rich snippet è essenziale per dare al risultato nel motore di ricerca una marcia in più. Puoi arricchire il link con diversi elementi, dipende da cosa stai offrendo all’utente. Ma non dimenticare che tutto questo influenza il posizionamento in termini indiretti: aiutare il lettore a scegliere e a cliccare può essere la carta vincente per importi sulla concorrenza.

Testo (SEO copywriting)

Ulteriori considerazioni in termini di fattori di ottimizzazione SEO On-page riguardano invece la creazione dei contenuti (il cosiddetto SEO Copywriting). Si consiglia di evitare contenuti duplicati o anche parzialmente copiati, ma di puntare su offrire qualcosa di nuovo e utile agli utenti.

Nello scrivere poi è opportuno adottare un compromesso, ricordandosi che si realizzano contenuti principalmente per gli utenti e non per i motori di ricerca. Dunque inserire le parole chiave d’interesse, ma in maniera fluente e coerente con il contesto, senza eccedere nella ridondanza o ripetizione delle keyword (tra l’altro un approccio ormai superato dal punto di vista della SEO stessa).

Leggibilità delle pagine

Dal punto di vista stilistico è utile che il testo sia diviso in paragrafi, con sottotitoli, intestazioni ed eventuali elenchi. Servirsi poi dei tag di enfatizzazione (grassetti, corsivi, sottolineati) crea un contenuto leggibile e godibile lato utente. In generale i testi sul web dovrebbero essere concisi, semplici ed essenziali, arricchiti di immagini, link ed eventuali ulteriori contenuti multimediali.

Questi elementi non influenzano direttamente il posizionamento SEO ma rappresentano un elemento decisivo per migliorare la fruibilità dei testi e la soddisfazione dell’utente. E questo è un punto importante. La continua evoluzione dei motori di ricerca sta rendendo la qualità dei contenuti un fattore sempre più importante di posizionamento. Dunque l’investimento in tale attività è utile.

Link interni e in uscita

Gestire i link interni è un buon modo per dare segnali importanti a Google rispetto all’importanza delle risorse. Inoltre ricorda di sistemare sempre i collegamenti: broken link, errori 404 o 500 (Errore interno del server) non sono ben visti dal motore di ricerca. Occorre dunque accertarsi con cura, anche attraverso l’utilizzo di tool appositi (come Screaming Frog), che non vi siano errori di questo tipo.

Conviene fare SEO WordPress?

Molti sottolineano l’importanza di scegliere WordPress per ottenere migliori risultati SEO e posizionamenti tra i primi risultati della serp. Vuoi visibilità su Google? Usa WordPress. In realtà non è così, il motore di ricerca non valuta il CMS. Quindi lo stesso ragionamento si fa su Joomla o Prestashop. Di certo, però, WordPress è più semplice da usare e con un maggior numero di plugin a disposizione.

Tra questi consiglio WordPress SEO by Yoast, uno dei migliori plugin per l’ottimizzazione dei motori di ricerca che consente di modificare i meta tag Google. Al pari cito All In One SEO Pack, altrettanto valido e a volte preferito perché più snello e leggero.

SEO Off-page: link building e menzioni

Con SEO off-page ci si riferisce ai fattori esterni a un sito che influiscono sul posizionamento. Si intende il modo in cui gli altri siti si rapportano con quello che si vuole posizionare. Non avendo il controllo degli altri siti, l’ottimizzazione off-page è un’attività più lunga e dispendiosa, dove anche la componente Public Relations ha una sua importanza non trascurabile. Lo scopo della SEO off-page è rendere più autorevole il nostro sito web e attirare in tal modo più utenti verso lo stesso.

L’importanza dei backlink nella SEO

Un ruolo assolutamente centrale tra i fattori off-page è detenuto da i Backlink, cioè i link esterni che puntano verso il sito che si vuole posizionare. Nonostante l’evoluzione degli algoritmi dei motori di ricerca verso quello che è stato definito il Web Semantico, ancora oggi il numero e la qualità dei link in ingresso rappresenta un fattore determinante di ranking. Google ha dato un valore fondamentale al modo in cui i siti nella rete si “valutano” a vicenda attraverso i link.

Tutto ciò si è tradotto anche in diffuse pratiche di spam nell’attività SEO, volte a manipolare il posizionamento di un sito web attraverso i link in ingresso. Nel corso degli anni, attraverso diverse migliorie al proprio algoritmo (si è già parlato in particolare di Google Penguin) il motore di ricerca di Mountain View ha tentato di contrastare le pratiche di web spam.

Per posizionarti su Google non sono importanti solo il numero dei link che un sito riceve, ma anche la qualità degli stessi (intesa come autorevolezza del sito che li ospita), l’affinità nelle tematiche tra i siti che si linkano, gli anchor text utilizzati.

Secondo le linee guida di Google, i link che un sito riceve devono essere naturali e spontanei, cioè il sito sei li deve “guadagnare”. Ciò può risultare un processo lungo e particolarmente arduo. Per questo motivo un’attività di Link Building è attualmente ancora fondamentale in termini di posizionamento. È necessario però implementarla con maggiori accortezze rispetto al passato per evitare penalizzazioni.

Anchor text e qualità dei link

Dunque i backlink hanno un reale valore in base all’autorevolezza del sito che ci linka (esistono diverse metriche per misurare l’autorità di un sito web, in passato quella di riferimento era il PageRank di Google, che però oggi risulta meno rilevante). Altri aspetti da considerare, come già accennato, sono la tematica affine tra i siti che si linkano e la struttura degli anchor text.

In un’attività di link building bisogna porre particolare attenzione alle parole chiave utilizzate negli anchor text. Ciò perché una grande quantità di link, tutti ottimizzati per una stessa parola chiave, può insospettire il motore di ricerca e far scattare una penalizzazione. Una situazione che conviene evitare.

Dunque occorre variare i termini utilizzati come anchor text, servendosi sia delle parole chiave che vogliamo posizionare, che di altri termini, magari legati al brand o all’attività in generale del sito.

In tema link in ingresso in ogni caso, il consiglio rimane quello di produrre contenuti accattivanti e di qualità e cercare poi attraverso strategie di web marketing e digital PR di diffonderli in rete.

A riguardo i canali di riferimento sono: i social media, l’email marketing, i guest post, la partecipazione a forum o piattaforme di riferimento nel proprio settore. Lo scopo è quello di assicurarsi link guadagnati e naturali: si parla per questo di Link Baiting, cioè attrarre link attraverso contenuti interessanti.

Segnali social e menzioni

Tra i fattori SEO off-page, alcune considerazioni meritano anche i cosiddetti Social Sign, cioè le condivisioni attraverso i social media. Il grado di influenza che questi hanno dal punto di vista del posizionamento SEO è ancora piuttosto dibattuto tra gli esperti. In ogni caso sono un fattore di posizionamento indiretto. I social media rappresentano un canale fondamentale attraverso il quale espandere la visibilità del nostro sito e attrarre utenti interessati ai servizi che offriamo. Se i nostri contenuti sono graditi agli utenti, di certo anche i motori di ricerca finiranno per tenerne conto.

Principali strumenti SEO per l’ottimizzazione

Per mettere in pratica questo lavoro hai bisogno di diversi SEO tool, strumenti indispensabili per trovare keyword e analizzare il sito web in modo da rilevare problemi che altrimenti potrebbero frenare il posizionamento del sito. Quali sono i nomi più importanti da ricordare per la keyword research?

Tutto questo senza dimenticare l’esistenza di suite SEO più articolate e a pagamento come Majestic, Semrush e SEOzoom. In ogni caso la più importante resta la Search Console, pannello di controllo per monitorare la situazione e scoprire eventuali errori. Ma anche monitorare i principali posizionamenti.

SEO e penalizzazioni google algoritmiche e manuali

Abbiamo visto come i motori di ricerca si sono evoluti nel corso degli ultimi anni, aggiornando i propri algoritmi e rendendo la vita di chi mira a manipolare i risultati di ricerca sempre più ardua.

Pratiche e tecniche che fino a qualche anno fa potevano dare i propri frutti in termini di posizionamento, oggi espongono un sito web a subire una penalizzazione. Ma cosa si intende in concreto per penalizzazione? Quest’azione delinea in concreto tre tipi di fattispecie:

  1. Declassamento del proprio sito web in serp.
  2. Esclusione totale del proprio sito web dall’indice del motore di ricerca.
  3. Filtri: il sito web non viene mostrato per determinate parole chiave.

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Google adotta due tipi di penalizzazioni: manuali e algoritmiche.

Le prime sono il risultato dell’intervento diretto di un Quality Rater di Google. In questo caso avviene una comunicazione della penalizzazione al proprietario del dominio attraverso Search Console. Le seconde invece sono penalizzazioni automatiche applicate dagli algoritmi di Google

In tema di penalizzazioni di Google occorre aggiungere alcune precisazioni e distinzioni tra le varie versioni linguistiche del motore di ricerca di Mountain View. Molti esperti hanno notato come google.com appaia più evoluto rispetto alle diverse versioni linguistiche, dove si assiste ancora a pratiche di manipolazione dei risultati superate, ma che possono dare i loro frutti.

I principali fattori di penalizzazione di Google

Hai paura di essere penalizzato dal motore di ricerca? Non temere, ecco una breve panoramica dei principali fattori e pratiche che possono condurci a subire una penalizzazione su Google.

Link Spam

Le linee guide di Google condannano i link acquisiti in modo non naturale. Una delle tecniche piuttosto diffuse per la manipolazione dei risultati di ricerca attraverso i link, è la cosiddetta Link Farm. Tale pratica consiste nella creazione di una rete di siti che si linkano reciprocamente.

Oggi oltre al numero complessivo dei backlink che si riesce a ottenere è fondamentale, onde evitare penalizzazioni, che questi provengano da Domini e IP quanto più differenti possibile. L’evoluzione dell’algoritmo ha reso fondamentale l’autorevolezza del sito che ci linka (il fatto che non sia considerato un sito spam) e l’affinità degli argomenti trattati tra i siti che si referenziano a vicenda.

Cloaking

Tale pratica consiste nel presentare contenuti differenti agli spider dei motori di ricerca, rispetto che agli utenti. Tale pratica una volta accertata comporta la rimozione di un sito dall’indice.

Keyword Stuffing

Si tratta di una tecnica piuttosto obsoleta. Consiste nella ripetizione innaturale delle parole chiave di interesse nelle pagine. In alcuni casi ciò avveniva mediante l’utilizzo di testo nascosto all’interno delle pagine stesse (ad esempio testo dello stesso colore di sfondo, di dimensioni molto piccole e non visibili agli utenti, o attraverso l’utilizzo di CSS e Javascript per non far apparire il testo).

Contenuti Duplicati

Google condanna i contenuti duplicati. Le conseguenze in genere comportano l’applicazione di un filtro volto a non mostrare in serp le stesse versioni di un contenuto. In realtà la duplicazione di contenuti risente anche di altri fattori. Di una certa rilevanza tra questi l’autorevolezza del dominio. Può infatti capitare che se il “copione” è un dominio maggiormente autorevole rispetto a quello che ospita il contenuto originale, il primo risulti comunque premiato.

Altri fattori

Tra gli altri fattori di penalizzazione possiamo annoverare: eccessivo spazio all’interno di una pagina (rispetto al contenuto) riservato agli Ads, un sito web non ottimizzato per i dispositivi mobili o molto lento, presenza nel sito web di malware o contenuti considerati a diversi livelli sospetti.

Black hat SEO e white hat SEO: quali differenze?

Con Black Hat SEO si intendono una serie di stratagemmi e tecniche volte a migliorare il proprio posizionamento tentando di “ingannare” il Motore di Ricerca. Una volta capito come funziona l’algoritmo di un motore di ricerca è possibili sfruttare le sue caratteristiche per posizionare contenuti.

Per converso, per White Hat SEO si intendono le tecniche conformi alle linee guide dei motori di ricerca, volte a posizionare, attraverso questi ultimi, contenuti utili e di qualità per gli utenti. Come per tanti altri ambiti, anche per la SEO, esistono ovviamente delle zone grigie di incontro tra i due ambiti.

Conviene investire nella SEO Black Hat?

Le pratiche Black Hat sono particolarmente rischiose, in genere di breve periodo, e possono facilmente condurre a una penalizzazione. Perché allora porle in essere? Vi sono diversi motivi per cui si può essere portati ad applicare tecniche Black Hat SEO.

Alcune attività possono reputare conveniente posizionare rapidamente il proprio sito, convertire finché non si viene scoperti e penalizzati, per poi ricominciare da capo magari con un altro dominio. Vi sono poi serp magari meno controllate dove tali tecniche borderline possono dare frutti. In altri casi tali tecniche vengono applicate magari per ignoranza o scarsa consapevolezza.

Le pratiche borderline che funzionano arrivano alla conoscenza del grande pubblico solo diverso tempo dopo che vengono scoperte. La SEO è un’attività fatta di test e sperimentazione, e chi scopre delle falle negli algoritmi dei motori di ricerca è poco propenso a diffonderle a tutti gli altri.

Le principali tecniche negative SEO

Alcune delle tecniche Black Hat più utilizzate in passato sono state descritte nel precedente paragrafo sulle penalizzazioni: link o commenti spam. cloaking, keyword stuffing. testo nascosto nelle pagine.

  • Doorway – Pagine create solo per essere indicizzate e reindirizzate ad altre pagine.
  • Article spinning – Creazione automatizzata di articoli attraverso software);
  • Desert scraping – Riutilizzare contenuti non più indicizzati, ad esempio presenti in domini scaduti.
  • Cracking – Sfruttare le falle di un sito web, “bucarlo” e inserirvi pagine o link.
  • Swapping – Posizionare un pagina per una keyword, per poi sostituirla con un altro contenuto.
  • Reffer spam – Applicativi che visitano i siti web simulando il comportamento degli utenti.

Le tecniche finora descritte vengono utilizzate anche come Negative SEO. Essendo cioè ormai riconosciute dai motori di ricerca e passibili di penalizzazioni, alcuni se ne servono contro i propri competitor per danneggiarli. Ovviamente questo è un settore della SEO da evitare.