Ben ritrovati sul blog di SEO Roma!
Se sei un blogger intenzionato a realizzare contenuti unici e di valore per la tua audience, sicuramente hai la necessità di scegliere le keyword più rispondenti alla necessità del tuo pubblico da impiegare alla base di contenuti in grado di generare un ritorno economico attraverso convincenti call to action.
Cosa sono le keyword e qual è la loro importanza
Mi piace pensare che le keyword siano il trait d’union tra i bisogni delle persone e i contenuti in grado di soddisfarli, ma essendo appunto “un ponte” e non l’espressione vera e propria delle necessità, necessitano di un briciolo di predisposizione umana all’analisi del loro significato per venire impiegate con successo all’interno di una buona strategia SEO.
Prima di tutto, facciamo presente che il concetto di ricerca keyword, per quanto ancora importante, non è lo step definitivo che ci consacrerà agli altari delle prime posizioni: Google è in grado di desumere il significato di un testo anche al di fuori delle testuali parole utilizzate e focalizzarsi troppo nel ripetere i termini per i quali si mira a un ottimo posizionamento può spingere a una sovra-ottimizzazione dei testi in questione.
Ciò che dovremo fare sarà invece impiegare con naturalezza i termini di richiamo in punti strategici della pagina – sicuramente:
- nel titolo SEO dell’articolo
- nel campo Description
- nelle prime righe della pagina (per contestualizzare il contenuto introdotto)
- all’interno dei tag <h> che introducono l’argomento di un paragrafo
ma in modo quanto più naturale e umano possibile.
Non ti suggeriamo alcun valore o percentuale rappresentante il giusto quantitativo di keyword da inserire in un testo: si tratta di formule matematiche che – anche se possono aiutarti a tenere in mente un valore massimo da non superare – sono periodicamente rese obsolete dall’evoluzione dei meccanismi di comprensione semantica degli algoritmi di Google.
RankBrain, il meccanismo di auto-apprendimento che ha tutta l’aria di voler acquisire un’importanza sempre maggiore negli anni a venire, è studiato per avvicinarsi progressivamente ai criteri di valutazione umana e di sicuro un occhio umano sa riconoscere un testo infarcito di parole chiave in maniera ostentata che infastidiscono e rendono meno scorrevole la consultazione.
Quando rileggi un articolo, controlla mentalmente se l’esposizione ti sembra naturale quanto quella che tu avresti con un’altra persona: se hai la percezione di parole chiave forzatamente inserite, molto meglio sostituirle con sinonimi e termini più intuitivi per non incappare in fenomeni di sovra-ottimizzazione che non giovano al posizionamento.
In che cosa consiste l’analisi delle keyword
Le parole chiave di tuo interesse si possono distinguere in:
- keyword secche o “core” (come mi piace chiamarle): ovvero quelle che rappresentano l’argomento più circostanziato per il quale vuoi posizionarti
- keyword a coda lunga che esprimono bisogni più circostanziati e che se usate congiuntamente possono attrarre complessivamente interessanti volumi di visite
- keyword correlate o secondarie ovvero quei termini affini per i quali non vuoi posizionarti essendo ricercati in maniera troppo esigua, ma che ti aiutano a circostanziare l’argomento
Tuttavia non tutte le keyword comportano il medesimo impegno – essendo caratterizzate ciascuna da un differente volume di ricerche e grado di concorrenza – e la scelta di quelle più confacenti al nostro caso verte su:
- obiettivi di redditività (dati dalla stima delle conversioni che si conta di ottenere dai contenuti focalizzati su di esse)
- la competitività che bisogna vincere per emergere tra i primi risultati.
L’analisi delle parole chiave è utile per:
- individuare le basi degli intenti di ricerca degli utenti
- selezionare le informazioni da inserire nell’argomento
- ragionare su topic di ricerca anziché su limitate parole
Un’analisi delle keyword unita a un esame delle necessità del nostro target – ad esempio attraverso lo studio delle conversazioni sui social network – può permetterci di andare oltre il mero inserimento di parole chiave per rispondere in maniera più attinente ai bisogni di ricerca: basti pensare al differente scopo che veicola l’utilizzo dei vari tool (l’intrattenimento su Youtube, l’acquisto su Amazon…) per capire ad esempio che “scarpe-da-corsa” comporta differenti intenti di ricerca e pertanto diversi contenuti a seconda che si scriva questa query per:
- cercare negozi di scarpe vicini alla nostra posizione
- scoprire il prezzo medio di modelli di calzature da corsa
- visionare un video sulle caratteristiche delle scarpe da ginnastica più rinomate
Un approccio proficuo nei tentativi di posizionamento è quello di non cercare di posizionarsi per keyword secche – che soffrono di una grande competizione da parte dei competitor più affermati – quanto di usarle come “punto di riferimento” dell’argomento e a partire da esse scegliere dei sotto-argomenti sufficientemente attraenti in termini di visite da generare delle call to action più proficue.
Nell’esempio “scarpe da corsa” di poc’anzi, dove le prime posizioni delle query sono in mano ai grandi marchi, possiamo pensare di ragionare per argomenti più ristretti del tipo “le migliori scarpe da corsa su strada” per offrire contenuti più focalizzati a utenti che – ragionevolmente -hanno l’intenzione di acquistare quei modelli.
Come scegliere le keyword – Google Suggest e Adwords Keyword Planner
Prima di tutto, provvedi a digitare la tua parola chiave immaginata sulla barra di ricerca di Google e osserva i suggerimenti che Google Suggest ti restituisce: si tratta di una serie di utili indicazioni per capire orientativamente i contenuti più rilevanti attorno a un certo argomento e le frasi più frequentemente digitate: questo ti aiuterà a comprendere su quali combinazioni di parole chiave orientarti per eseguire le comparazioni tramite Adwords Keyword Planner.
Adwords Keyword Planner – in quanto attinge ai valori di traffico di Google – è lo strumento che fornisce dati più realistici sui volumi di ricerche; purtroppo da qualche tempo a questa parte, se non abbiamo delle campagne attive, il tool ci restituisce un ordine di grandezza abbastanza vago che non è certo l’ideale per finalizzare i propri sforzi, ma alcuni professionisti come Merlinox ci hanno suggerito dei metodi per ovviare a questo problema.
Inoltre il Keyword Planner sembra avere deciso di assemblare volumi di ricerca per termini simili e per i plurali delle varianti come fa sapere Moz, il che fa pensare che esse siano equivalenti ma che rende anche il tutto più confuso.
Tieni presente che il volume di ricerca riportato dallo strumento deriva dalla competizione degli inserzionisti è non è un esatto specchio della ricerca in generale quanto un’indicazione della competitività commerciale: nonostante ciò, conoscere la competitività a cui le keyword sono sottoposte per gli annunci pubblicitari è una buona scala di raffronto per figurarsi lo sforzo a cui sottoporsi per il posizionamento organico di un argomento.
Come impiegare le keywords – Alcuni suggerimenti
Come è noto, anziché focalizzarsi sui risultati che soffrono di una competizione altissima a opera di competitor già affermati e pertanto difficili da scardinare con i soli risultati organici, meglio selezionare una lista di chiavi di ricerca a coda lunga per intercettare una quantità di ricerche dal ridotto volume di traffico, ma che complessivamente sono in grado di apportare maggiori visite di quelle secche, con le quali difficilmente si può raggiungere le prime posizioni.
È opinione comune che le long tail keywords siano le chiavi di parole composte da 3 e 4 termini in su; anche se ciò è generalmente vero, più precisamente si tratta di quelle chiavi che comportano meno visite di quelle secche in quanto espressioni di bisogni più di nicchia.
Un errore abbastanza comune è quello di scartare meccanicamente le long tail keywords dal volume di ricerca estremamente ridotto: per quanto sia ragionevole rivolgere le proprie attenzioni a quelle che veicolano un sufficiente quantitativo di visite, i termini più di nicchia sono ugualmente utili da impiegare a margine per definire in maniera più ricca il contesto dell’articolo e per incidere un senso di naturalezza nel discorso.
A partire dalle keyword per le quali intendi posizionare il tuo contenuto puoi individuare – tramite una semplice ricerca si Google – quei siti web che si sono già posizionati tra i primi risultati per individuare:
- argomenti di cui poter trattare in maniera integrativa
- dedurre il genere di contenuto – lungo e approfondito o snello e sintetico – che meglio soddisfa l’esigenza di ricerca
- blog che trattano temi simili ai tuoi con cui eventualmente avviare menzioni reciproche
Tool Free per scegliere le keyword
Se sei alla ricerca di una alternativa a Keyword Planner ti suggeriamo:
- Google Keyword Suggestion Tool: uno strumento che restituisce una serie di frasi papabili per Google, Bing, Amazon e Youtube, molto utile se devi lavorare su più media
- KeywordTool.io: per ogni ricerca suggerisce fino a 750 suggerimenti, utili sia per contenuti commerciali che per il posizionamento organico
- Serpstat: uno strumento molto variegato – con delle limitazioni nella versione free – per espandere le ricerche sulle versioni nazionali di Google e per eseguire l’analisi della competitività e dei volumi di ricerca
- Keyword Revealer: la versione free – da 3 ricerche e 7 visualizzazioni per giorno – fornisce centinaia di parole chiave collegate con tanto di suggerimento di costo per click, domini collegati e keyword difficulty
- Keyhole: uno strumento per rintracciare gli hashtag sulle varie piattaforme. Un modo aggiuntivo per individuare quei termini utili a trovare interessi sui social network
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