In questi giorni si sono registrati segnali di intensa attività in serp. Negli ultimi due giorni, e in particolare il 13 febbraio, i sensori di grandi variazioni dei posizionamenti di tool come SEOZoom e SEMrush, sono schizzati alle stelle.
In particolare, l’Osservatorio di SEOzoom ha rilevato una attività piuttosto intensa di oscillazione nei risultati nella top ten di Google. Anche diversi webmaster hanno segnalato, nei gruppi e forum, di aver notato importanti cambiamenti nel ranking dei propri siti web. Ciò è avvenuto sia negli USA, che in Gran Bretagna, ma anche in Italia e in altri paesi.
Il grafico sotto dimostra come il picco si sia registrato proprio nei giorni 12 e 13 di febbraio. La definizione di update di San Valentino è ovviamente un po’ forzata, ma è essendo stata citata su alcuni siti di news, la riportiamo anche noi, ovviamente con le dovute cautele.
Come sempre, quando si registrano corposi cambiamenti nelle serp, tutto ciò si traduce in una diffusa agitazione all’interno della comunità SEO; oltreché al fioccare di ipotesi di vario tipo sulla natura dei cambiamenti.
Il recente caso dell’ormai celebre Medic Update (anche qui una definizione un po’ forzata, in quanto non ha riguardato esclusivamente siti di ambito medico o similare), dimostra come anche a distanza di diversi mesi è parecchio arduo tirare le somme sulle caratteristiche di un aggiornamento degli algoritmi di Google.
Un consiglio generale però ci sentiamo di darlo. Molti SEO e webmaster spesso reagiscono a un update in corso d’opera, intervenendo a modificare elementi all’interno del sito web in modo frenetico. Ciò può portare a conclusioni inaffidabili.
Dunque all’inizio la migliore cosa da fare è assolutamente nulla. Analizzare quello che è successo, attingere a quello che riportano le comunità di riferimento e solo dopo muoversi per intervenire on site e off site. È importante capire che un aggiornamento può durare diverse settimane, poiché presumibilmente verrà distribuito nei vari data center.
Ma tornando “all’Update di San Valentino”, allo stato attuale si possono fare solo deboli congetture di massima, frutto di alcuni ragionamenti provenienti da comunità o portali autorevoli. La tendenza recente di Google sembrerebbe quella di apportare migliorie al proprio algoritmo, per renderlo maggiormente in grado di comprendere una query di ricerca e poi collegarla a un contenuto.
Ciò può voler dire che, se il nostro sito scende di ranking, non è detto che è perché non si è fatto o si è fatto qualcosa di sbagliato, ma magari perché il contenuto in questione non risponde più adeguatamente a una determinata query.
Quindi focalizzarsi solo sui backlink o sulle “piccole” modifiche on site (come il cambiamento di un title) può non tradursi nei risultati sperati. La pertinenza tra query e contenuto (per come la intende ovviamente Google) potrebbe diventare il leitmotiv dei prossimi terremoti in serp.
Se hai registrato cambiamenti significativi nel posizionamento del tuo sito web, segnalacelo commentando questo post. Spesso il dibattito che muove da situazioni reali è un ottimo punto di partenza.