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Ricerca vocale di Google: come cambierà la SEO?

Cos’è la ricerca vocale e perché sarà utile per il posizionamento

Google Voice Search è la ricerca vocale di Google, un servizio di ricerca a riconoscimento della voce fornito da Google; grazie ad esso è possibile impartire comandi per gestire la propria casa qualora sia predisposta alla domotica, cercare informazioni sul celebre motore di ricerca, partendo dalla ricerca di notizie a finire alla creazione di promemoria e strade da percorrere con Google Maps.

Il tutto senza la necessità di digitare i caratteri con le mani e sfruttando direttamente la propria voce.

Disponibile da diversi anni, la ricerca vocale è supportata nativamente su tutti i browser Chrome di ultima generazione, oltre che sugli smartphone Android e iPhone; Voice Search di Google funziona in diverse lingue del mondo, tra cui (ormai da molti anni) anche l’italiano.

Come si usa la ricerca vocale?

L’utente ha la possibilità di sfruttare i comandi vocal search per fare ricerche, ricevere indicazioni stradali, creare promemoria e molto altro ancora.

Sui dispositivi con sistema operativo Android e tutti quelli targati Google Home, il comando da pronunciare per attivare la ricerca vocale è la frase “OK GOOGLE” e da lì si aprirà un mondo di domande da poter fare al vostro assistente vocale.

Ricordate che pur essendo una tecnologia avanzata ha comunque dei limiti: non chiedete domande esistenziali al vostro dispositivo Google, ma esprimete le vostre richieste con un linguaggio chiaro e diretto.

Evitate le domande criptiche (tanto la risposta di Google sarà “Non ho capito, puoi ripetere?”) e puntate sulla semplicità come: “Che tempo fa oggi a Roma?”

Ricerca vocale e SEO: il futuro che ci aspetta

Sebbene nel nostro paese non sia una pratica ancora diffusissima, la ricerca vocale è un trend destinato a dominare gli anni che verranno principalmente per due motivi:

  • La comodità: non dover scrivere i comandi sul nostro smartphone è, indubbiamente, una condizione comoda in moltissime circostanze come quando si è alla guida
  • La velocità: avere una conversazione con il proprio assistente vocale è il modo più rapido di accedere a informazioni che, probabilmente, ci servono nell’immediato

Per quanto non sia una caratteristica troppo diffusa a livello di ottimizzazione del sito, la vocal search pone interessanti interrogativi ed intriganti quesiti a cui dover rispondere.

Le modalità di accesso alla ricerca cambiano di anno in anno, e la possibilità di fare ricerche vocali potrebbe spingere i webmaster a realizzare siti web che rispondano a questa rinnovata esigenza.

Usare il linguaggio naturale e discorsivo del resto, fa parte di un copywriting SEO fatta a dovere, per cui non dovrebbe essere un problema adeguarsi. D’altro canto, i siti che fanno ancora keyword stuffing e contengono testi scritti in modo più grossolano potrebbero, alla lunga, avere difficoltà a posizionarsi, oppure perdere i ranking guadagnati.

Affinché diventi utile in ottica voice search, allora, i criteri con cui costruire e sviluppare un sito web devono essere rivisti poiché devono rispondere a tutta una nuova serie di esigenze dell’utente.

Quali sono le ricerche vocali?

In questa sede il discorso diventa complicato: non c’è infatti un modo intuitivo per riconoscere facilmente una ricerca vocale a priori tra i dati raccolti da un sito web.

Un possibile approccio, ad esempio, potrebbe essere quello di distinguere le keyword in base alla loro formulazione.

Quelle schematiche, ad esempio, come nella forma classica “agenzia seo roma” sono chiaramente frutto di una ricerca da dispositivo web classico (smartphone o pc) in cui l’utente non perde tempo a formulare frasi grammaticalmente corrette per interrogare Google.

Un approccio che, invece, mostra delle domande dirette come “Quali sono le migliori agenzie seo di Roma?” potrebbero non solo rientrare nel classico esempio di keyword da long tail, ma anche in quella formulazione discorsiva tipica dell’approcciarsi a un assistente vocale e, quindi, tipiche della vocal search.

Strumenti come Google Cloud potrebbero, a questo punto, essere utilizzati con appositi strumenti quali Natural Language per addestrare mediante esempi (machine learning) dei motori di riconoscimento delle ricerche prettamente vocal.

Un altro approccio di distinzione tra keyword tradizionali e quelle da vocal search, invece, potrebbe essere quello di andare direttamente alla fonte della ricerca, rendendo riconoscibili le ricerche fatte a voce con Alexa o Google Assistant attraverso le API di Google Cloud.

Altro scenario potrebbe essere quello di usare il contesto in cui viene effettuata la ricerca; abbiamo detto che la forza della vocal search sta nella sua comodità in situazioni complesse come quando si è alla guida, quindi si potrebbe ipotizzare che una search effettuata su Google Maps in funzione navigatore possa essere quasi sicuramente una ricerca vocale.

Quale è il target della ricerca vocale?

È interessante anche capire chi, tra i nostri potenziali visitatori, clienti o lead, faccia uso in misura maggiore della ricerca vocale.

Stando ad una ricerca commissionata da Google nel 2014, sono i teenager i primi utilizzatori di vocal search, per cui sembrerebbe che i siti orientati ad un pubblico giovane, sia e-commerce che blog o riviste online, debbano adeguarsi a questa possibilità.

Ovviamente molti altri settori di pubblico, ad esempio quelli individuati dai nostri Google Analytics, potrebbero nel tempo risultare interessati a questo discorso ed è per questo che bisognerebbe effettuare delle migliorie tecniche su qualsiasi sito punti a sfruttare le vocal search a proprio vantaggio.

Come si ottimizza un sito per la ricerca vocale?

Quando la navigazione da smartphone ha preso il sopravvento, è stato necessario apportare alcune modifiche ai siti web per due motivi:

  • Fare in modo che non venissero penalizzati dallo stringente algoritmo di Google
  • Garantire agli utenti una navigazione adeguata al device di loro scelta

Aggiungendo la vocal search all’equazione, allora, diventa necessario attuare degli accorgimenti specifici alla propria presenza web.

Per farla breve:

  • Avere un sito effettivamente responsive, ovvero capace di adattarsi a qualsiasi dispositivo venga usato dall’utente
  • Il sito deve essere rapido con pagine effettivamente veloci nel caricamento di modo che diano risposte immediate
  • Studiare i contenuti del sito in base al target di riferimento di modo da prevederne le mosse e le ricerche vocali e non
  • Adattare le parole chiave di riferimento al nuovo modo di ricerca che prevede query più lunghe e discorsive
  • Dare delle risposte chiare e concise che possano essere ritenute affidabili da Google senza però ridurre la lunghezza dei vostri contenuti

Due asset in più per la ricerca vocale

In più, vanno fatte due specifiche sui risultati zero di Google e le schede Google My Business dato tratta di due strumenti che si riveleranno essenziali per il posizionamento in ottica voice search.

Per chi non lo sapesse, i risultati zero di Google sono quelli che in una SERP si trovano come primissimo risultato; risultano graficamente differenti dagli altri risultati perché inseriti all’interno di un Answer Box, un riquadro in cui viene inserito il risultato che l’algoritmo di Google ritiene essere il più adeguato alla ricerca effettuata per lunghezza e chiarezza.

Viene da sé che questi asset diventeranno la principale fonte di risposte dei nostri assistenti vocali proprio per queste caratteristiche e assicurarsi la posizione zero per qualsiasi ricerca potrebbe diventare davvero importante.

Stesso discorso varrà per le schede Google My Business: più dati precisi e ottimizzati riuscirete a inserirvi, meglio sarà. L’assistente vocale, infatti, prenderà da lì per informazioni che cerca, riferendole agli utenti.

Oltre ad avere un ruolo rilevante in ottica Local SEO, quindi, le schede My Business potranno rivelarsi strategiche anche in questo nuovo modo di ricerca di informazioni.

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