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Google: i link interni di un sito si possono sovraottimizzare

L’ottimizzazione delle anchor text interne di un sito è, ormai da molti anni, al centro di discussioni di ogni genere nella SEO: è un fatto risaputo che questo tipo di attività, alla lunga, possa avere una certa influenza – per quanto contenuta – in termini di posizionamento. In quest’ottica, ad esempio, si vanno ad ottimizzare le anchor text dei link del menu, che sono di tipo sitewide (cioè si propagano all’interno del sito, in tutte le sue pagine), e a tal proposito sono interessanti le considerazioni fatte su Reddit di Gary Illyes.

Qualche giorno fa, infatti, si parlava di possibili penalizzazioni su una eventuale sovraottimizzazione: lui stesso ha confermato che è possibile farne uso in maniera estensiva (abuse, scrive Illyes) senza alcun problema. Se la frase postata dal trend analyst di Google non lascia adito a dubbi (“puoi abusare delle anchor interne del sito quanto ti pare AFAIK“, gergo di internet per dire per quanto ne so), rimane il dubbio su quanto effettivamente serva un’attività del genere.

Da sempre, del resto, sono le sovraottimizzazioni con anchor text esterne ad essere al centro di problematiche di penalizzazione: il caso tipico è quello di una PBN (Private Blog Network) che utilizzi ripetutamente la ripetizione della stessa chiave di ricerca linkata più volte, senza variazione nè sull’URL nè tantomeno sulla parola chiave stessa. Lo stuffing in tal senso viene duramente punito – Google potrebbe arrivare a togliere di mezzo il sito penalizzato in tutto o in parte dai risultati della ricerca – ma per quello che riguarda i link interni, in sostanza, le cose sembrano stare diversamente. Ed è Google stessa, sebbene su un canale non ufficiale, a confermarlo. Rimane come sempre da capire se davvero convenga una cosa del genere: ha senso sovraottimizzare le ancore del proprio sito? Potrebbe averne, a mio parere, soltanto all’interno di una strategia mirata e solo su alcune chiavi di ricerca più competitive; ma in genere non ha sensom e non è il caso di insistere troppo su questo aspetto soprattutto se siete dei principianti.

La notizia non è peraltro del tutto nuova: il buon Matt Cutts aveva suggerito una cosa del genere qualche anno fa (2013: erano i tempi dell’introduzione di Penguin 2.0), dicendo esplicitamente che i link interni fossero, di fatto, sicuri da manipolare (anche in maniera spinta), e anche John Mueller più di recente ha confermato che le anchor text interne abbiano una certa importanza per il posizionamento su Google.

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