Chiunque abbia un minimo di esperienza in fatto di siti e manutenzione degli stessi dovrebbe sapere bene una cosa, e quasi per certo: che non tutti i servizi di hosting sono uguali, e soprattutto che è importante trovarne uno che sia di qualità. La minimizzazione del numero di downtime, infatti, è fondamentale per mantenere una buona business continuity: perchè solo attraverso la stessa riusciremo a fornire al nostro sito un’immagine adeguata, professionale e – nello specifico – gradita a Google. Google che, ad oggi, valuta parecchio il parametro della velocità del sito, che dipende almeno in parte dall’hosting e dalla sua configurazione e che si misura usualmente mediante PageSpeed Insights. Un parametro che viene influenzato anche da molti altri fattori, ma per il quale la scelta del servizio di hosting è davvero fondamentale, per non dire vitale.
Se desideri, pertanto, diminuire i tempi di timout del tuo sito, evitare che i visitatori scappino via per via delle lunghe attese oppure che visualizzino male il tuo sito per un problema di eccessiva latenza in fase di caricamento, potresti seguire un po’ di criteri utili che, alla lunga, possono fare la differenza. Per fare la scelta giusta, comunque, dovrai essere disposto a cambiare le carte in tavola anche radicalmente, rinunciando alle tue abitudini precedenti e valutando in modo adeguato se affidarti ad un consulente tecnico e strategico preparato – se pensi di averne bisogno contattaci senza esitazione!
Posizione geografica del server
Su questo argomento molto è stato speso dai blogger e dai SEO, che spesso hanno elaborato teorie fantasiose: è meglio un hosting all’estero perchè si risparmia, è meglio uno vicino o in Italia perchè “vanno più veloci“. In genere non è per forza così: i pacchetti di routing che utilizziamo per scrivere nei blog, navigare e consultare Google seguono regole molto complesse per l’instradamento, e non è detto (purtroppo) che i nodi più vicini siano per forza quelli più veloci: del resto i colossi del web hanno server negli USA da sempre, ci accediamo regolarmente dall’Italia e non per questo sono mai stati penalizzati in termini di posizionamento su Google.
Questo perchè la posizione è importante, ma non è tutto: per cui affidiamoci ad un server veloce e di qualità, a prescindere dalla sua effettiva posizione – e occhio pure al DNS, un altro aspetto che in molti tendono a prendere per buono e sottovalutare.
Assistenza
Che assistenza offre il vostro servizio di hosting? Se non vi soddisfa vi conviene cambiarla subito: non c’è niente di peggio che trovarsi in difficoltà col proprio sito e non sapere che pesci prendere. In questi casi trovare un nuovo servizio di hosting, che sia per WordPress o per la piattaforma specifica del vostro sito, è davvero fondamentale per riuscire a definire al meglio la vostra business continuity. Un livello di assistenza di livello sarà anche in grado di fornire: cache lato server, possibilità di switchare alla versione di PHP più recente, supporto a CloudFlare, reverse proxy e simili e tutti i tool classici necessari per ottimizzare la velocità del sito (un fattore SEO di grandissima importanza, al giorno d’oggi).
Backup / SSL
Se avete un sito e lo aggiornate molto spesso dovreste, almeno in teoria, provvedere ad un backup periodico dello stesso: questo semplicemente perchè, alla prova dei fatti, è altamente probabile che esca fuori un problema imprevisto e non disponiate di un backup recente. IL backup, in effetti, non solo deve essere recente ma deve essere facile da ripristinare: ecco che le soluzioni più diffuse diventano o quelle di delegare il backup dall’interno del sito mediante plugin appositi, oppure sfruttare un monitor esterno che possa configurare il nostro sito in automatico.
Coi migliori servizi offerti dagli hosting di fascia medio-alta, in effetti, il backup sarà un attimo da rimettere in piedi in caso di necessità o siti che smettono di funzionare per via di bug; ed anche in questo la vostra SEO ne gioverà. Sarebbe un problema perdere giusto quell’articolo che tanto traffico vi porta da Google, giusto? Ecco, a questo servono i backup, e programmarli su base almeno giornaliera o settimanale è altamente consigliato per qualsiasi sito web professionale.
Uptime
L’uptime fa riferimento al periodo in cui il sito è funzionante e accessibile: si tratta di una percentuale che dovrebbe essere più vicina possibile al 99,9% in teoria, visto che un downtime (il complementare dell’uptime, per la cronaca) anche dello 0,02% in un anno significa che passerete almeno una settimana di sito offline o non utilizzabile (0.02 x 365 giorni = 7 giorni di downtime). Questa metriche è anch’essa orientativa, ed in molti casi può ingannare chi la usa per misurare le prestazioni: rimane comunque un parametro che la maggiorparte degli hosting fornisce in modo ampiamente valido, e che viene misurato alla prova dei fatti sui singoli siti web.
L’uptime infatti non dipende solo dall’hosting ma anche dal sito, da eventuali plugin incompatibili o da configurazioni errate che possono, senza il volere effettivo dell’hosting tirare giù il vostro sito web.
Piani scalabili
Ultimo aspetto fondamentale per trovare l’hosting perfetto: avere la possibilità di poter passare da un piano di hosting all’altro in modo indolore. Se ad esempio usate un piano che limita il numero di inodes, avrete la possibilità di passare ad un cloud più permissivo, sempre sullo stesso hosting, senza sforzo nè costi eccessivi? Se non avete questa possibilità potrebbe essere il momento di cambiare, perchè anche questo aspetto (ovvero che la tecnologia sfruttata sia sempre al passo con il numero di visitatori del vostro sito) è fondamentale per la business continuity.
E naturalmente per la SEO, che è anche questione di title e meta-description, ovviamente, ma che alla lunga dipende anche da come decidete di impostare la vostra strategia in termini squisitamente di efficenza ed efficacia della vostra parte tecnica.